La luce tremolante delle candele danza nell’aria fresca di febbraio, mentre il sole invernale assente fatica a sciogliere il velo della notte.
È il giorno della Candelora, la festa della luce, il segno che l’inverno si piega alla promessa della primavera. Nell’ombra del battistero, il cero pasquale risplende come un faro, ricordando a tutti che la luce di Cristo non si spegne, ma si trasmette, si diffonde, si rinnova.
I bambini stringono tra le mani piccole candele, i loro occhi brillano di una curiosità silenziosa, quasi sacra.
Il fuoco si propaga di stoppino in stoppino, e quelle fiammelle, così fragili eppure così vive, illuminano i volti dei bambini.
Cercano il Cristo, lo cercano nel calore di quella luce, nel cammino che si apre davanti a loro.
I passi risuonano nel silenzio, un battito collettivo che racconta una fede tramandata, accesa di mano in mano, come quelle candele. Ogni fiammella è un piccolo cuore che arde, un’anima che si lascia scaldare dalla speranza.
I bambini guardano le loro fiammelle, affascinati, come se per la prima volta comprendessero davvero il mistero della luce.
La Candelora non è solo una festa: è un cammino, un passaggio di luce, una promessa di speranza che arde nel cuore di chi crede.








